Coronavirus Italia: attenzione agli articoli clickbait (come questo)

Coronavirus Italia: attenzione agli articoli clickbait (come questo)

Questo articolo non riporta alcuna informazione medica o scientifica sul Coronavirus – ne sappiamo quanto voi – ma tratta solo di approfondimenti su quanto la psicosi da virus stia cambiando in queste ore i trends delle ricerche su Google.

Noi del reparto Seo di Emmemedia ci siamo lasciati incuriosire dai cambiamenti delle Serp di Google delle ultime ore e dai grafici in impennata per tutto quello che riguarda il Coronavirus, psicosi e Fake News comprese.

Coronavirus: i trend di ricerca e le sorprese in serp

Se non c’è stata alcuna sorpresa nel notare che la query “ Coronavirus Italia” è stata cercata su Google nel solo mese di Gennaio 1.000.000 di volte (dati estrapolati da Seozoom), il vero stupore è nato quando abbiamo analizzato le query con lo stesso Search Intent.

Infatti, pare che Google abbia capito che gli utenti che cercano la query “ Contagio Coronavirus ”, sono gli stessi che cliccano sui risultati che comprendono la parola “Mappa”.

E dato che Big G è sempre fedele agli intenti di ricerca del suo immenso bacino di utenza, in Serp alla query “Mappa” oggi riporta tra le notizie principali in cima alla sua prima pagina testate giornalistiche che informano rispetto alla mappa del contagio in Italia del virus.

E se ancora non vi abbiamo convinto che siamo davanti ad una vera e propria psicosi mediatica, ci penserà Google Trends a farlo.

La parola “pandemia” è nella sola giornata del 24/02/2020 la parola più cercata in Italia, con un volume che supera le 100,000 ricerche in un giorno!


Tutto bene, direte voi: le persone hanno paura e cercano di informarsi, dov’è il problema?

Il problema è che questo è il terreno fertile per le Fake News e per gli articoli clickbait.

Coronavirus e Fake News: il lato oscuro dell’informazione online

Il significato del termine Fake News, che letteralmente traduce “notizia falsa”, con l’avvento dei social network si è esteso alla sua accezione più ampia, che riguarda la redazione di articoli contenenti informazioni false, distorte, inventate o ingannevoli.

Tale definizione è stata estrapolata da Wikipedia, unico risultato oggi nella Serp di Google che risponde alla domanda “che cos’è una Fake News”, senza associarla alla parola “Coronavirus”.

Assurdo? Guardate l’immagine sottostante.

Il motore di ricerca più famoso al mondo riesce a registrare meglio di qualsiasi altro media quello che accade nel mondo, in Real Time e con una percentuale di errore bassissima.

Ironicamente, abbiamo detto in modo esplicito nel titolo di questo articolo che lo stiamo scrivendo con l’esplicito intento di acchiappare click..

Il che non è del tutto falso: vi trovate su un blog di un’agenzia di comunicazione il cui scopo è ovviamente quello di fare traffico di utenti per accrescere il proprio brand e convertire lead.

Facendolo però non vogliamo arrecare alcun danno agli utenti.

Questa non è una fake news perché sul tema del contagio da coronavirus non ci pronunciamo, non avendo la giusta competenza per farlo.

Non diamo informazioni ingannevoli o distorte: in questo articolo stiamo semmai fotografando la situazione attuale sul web legata al fenomeno.

Ci pronunciamo quindi sull’unico argomento correlato sul quale il nostro settore ci consente di esprimerci senza paura di smentita: i dati di ricerca di Google e le fake news.

Le Fake News sul Coronavirus: come difendersi

L’effetto correlato più preoccupante rispetto alle informazioni relative al Coronavirus registrate negli ultimi giorni riguardano la disinformazione:

  • I casi accertati in Italia sono 100
  • Trovato il paziente 0
  • Ecco il primo caso di coronavirus in Campania

Queste le frasi che impazzano nei titoli delle testate giornalistiche o pseudo tali negli ultimi giorni. Si tratta di titoli accattivanti e di facile condivisione che fanno presa sulla paura delle persone.

Il sentimento della paura è da sempre la leva emotiva più forte per le operazioni di pubblicità e propaganda politica.

E se è vero che risalire alla fonte principale della notizia, soprattutto sui social network, può risultare estremamente complicato è anche vero che adottare un buon senso critico, evitare di condividere la notizia se prima non si è verificata l’autorevolezza dell’autore, effettuare controlli incrociati (se una notizia è vera sicuramente tutte le principali testate giornalistiche nazionali ne staranno parlando), vi aiuterà a definire il problema.

Piccoli consigli che possono aiutare ad avere una visione più realistica del fenomeno ed evitare il panico immotivato – che si è generato.

E non dimenticate che abbiamo uno strumento utile e ufficiale: il sito del Ministero Delle Salute, che mette a disposizione anche un numero verde sempre attivo per ogni tipo di domanda sull’argomento.

Il fenomeno delle Fake News sul Coronavirus ha destato tanto scalpore da scomodare perfino il Ministero Della Salute che attraverso una nota ministeriale informa dell’accordo che di recente ha stipulato con Google Italia e Youtube per arginare la disinformazione in corso sull’argomento.

L’accordo – stando alla nota Ministeriale – prevede che il motore di ricerca e Youtube, rispondano alle ricerche sul coronavirus sempre con il sito del Ministero in prima posizione.

Tale accordo esteso anche a Facebook e Twitter sottolinea ancora di più la portata del problema, siamo utenti molto più influenzabili che influenzati.

In conclusione vi ricordiamo che Alessandro Manzoni, – che non visse in prima persona la peste del 1630, ma la descrisse ampiamente nel suo celebre romanzo I Promessi Sposi –  riuscì ad inquadrare perfettamente la psicosi che ne derivò e che oggi risulta ancora incredibilmente attuale:

Il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune.

  • (A.Manzoni – I promessi sposi)
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